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Vi presento il mio museo Commodore. Tutto il materiale presente corrisponde a quello che sono riuscito a possedere negli anni di questa straordinaria azienda, tristemente scomparsa, che all'epoca precorse i tempi... Ora restano solo queste poche pagine web del mio prezioso museo, che per motivi di spazio ho dovuto cedere. Troverete foto in alta risoluzione di molti dettagli sia interni che esterni, filmati e alcuni manuali fotografati, tutti da me. Le descrizioni sono tratte dalla rete ed in particolare da wikipedia, mentre altre ancora sono state composte da me personalmente. Spero che a qualcuno possa tornare utile questo piccolo museo online:
Commodore Vic 20
Il VIC 20 è il nome di un modello di home computer prodotto da
Commodore a partire dal 1980; con l'aspetto di una tastiera, fu commercializzato
come computer per la famiglia e per il gioco.
Ebbe un grande successo di vendite, subissato solo dal successivo Commodore 64.
L'hardware è basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di circa 20kB
contenente sistema operativo e BASIC 2.0, memoria RAM di 5 kB, di cui 3.5kB
disponibili per la programmazione in BASIC.
Indice
* 1 Storia
* 2 Hardware
* 3 Versioni
o 3.1 Commodore VIC 20 / VC 20 / VIC 1001 - Prima serie
o 3.2 Commodore VIC 20 / VC 20 - Seconda serie
* 4 Voci correlate
* 5 Collegamenti esterni
Storia
Prodotto da Commodore a partire dal 1980, con l'aspetto di una tastiera, come il
successivo Commodore 64, fu soprannominato "the friendly computer", il computer
amico e commercializzato come computer per la famiglia, per la casa, per il
gioco, ad un prezzo relativamente contenuto, meno di 300$.
In Germania il nome fu cambiato in VIC 20 per lanciare la macchina come "Volks
Computer" (computer popolare). Nato da un progetto interno destinato a mostrare
che un piccolo computer poteva avere mercato, venne commercializzato
inizialmente nella versione giapponese VIC-1001.
Il nome era un evidente rimando alla già famosa serie PET, che aveva il suo
capostipite nel modello 2001, e sotto la quale il nuovo nato si andava a
collocare. La parentela con la serie PET, al di là della CPU utilizzata che era
la medesima, risulta evidente nelle prime serie che avevano tasti squadrati,
anziché quelli a profilo arrotondato tipici anche del Commodore 64 e del piccolo
Commodore 16. Questi esemplari vengono chiamati dai collezionisti "VIC 20 PET
style" e sono molto ricercati.
Nel caso rimanessero dubbi, l'appartenenza de facto alla famiglia dei PET
appariva anche all'accensione, con il banner di sistema che identificava il
linguaggio a bordo come un Basic Versione 2 per i computer CBM, cioè per la
serie professionale. Al di là delle evidenti differenze nella gestione dello
schermo, dotato di una dimensione di pagina testo assai inusuale, perfino gli
entry point di alcune funzioni interne della ROM KERNAL funzionavano in modo
simile e tale somiglianza rimase anche nei successivi modelli a otto bit (caso
classico la subroutine denominata CHROUT e deputata a scrivere un carattere
sullo schermo).
L'ingresso nel mercato delle macchine di fascia bassa ebbe successo, tanto che
il VIC 20 fu il primo computer a vendere più di un milione di unità, il più
venduto del 1982 e nel momento di massima produzione ne venivano fabbricati 9000
al giorno.
In totale ne vennero prodotti 2,5 milioni fino al 1985, quando uscì di
produzione per essere sostituito dal C-16. Il VIC 20 fu protagonista della
guerra dei prezzi che spinse la Texas Instruments fuori dal mercato degli home
computer.
Come l'Apple, contribuì ad una larga diffusione del computer, ma in un settore
differente, con l'Apple collocato più nella fascia personal che in quella home.
Fu anche un computer di sviluppo, basti pensare ad un personaggio che "da
giovane" ebbe un VIC 20: Linus Torvalds. Le limitazioni del BASIC del VIC-20 e
-soprattutto- del successivo modello 64, dotato di identica versione, spinsero
nel tempo molti appassionati ad esplorare le funzioni interne della macchina per
capire come i professionisti dei giochi realizzassero effetti grafici e quant'altro.
Il nome VIC stava per Video Interface Chip, il 20 approssima la quantità massima
di memoria totale disponibile. Va notato che molti programmi in linguaggio
macchina potevano girare solo su una configurazione, cioè solo con o senza
espansione di memoria. Ciò è dovuto al fatto che la posizione iniziale della
memoria utente cambiava in presenza di una qualsiasi espansione (comunque
rilevabile agevolmente via software) ed alla relativa difficoltà di scrivere
codice macchina rilocabile per il 6502.
Hardware
Cartuccia per VIC 20
Basato sul processore MOS 6502, con una memoria ROM di 8kB contenente il sistema
operativo (Kernal, editor di schermo e generatore di caratteri) e l'interprete
BASIC v2.0, memoria RAM di 3583Byte liberi oltre a circa 2kB per la gestione del
segnale video, (per un totale di 5.5kB, come dalla Guida del Programmatore VIC
20). Tali confini potevano essere modificati da programmatori anche poco
esperti, aumentando così la risoluzione dello schermo (23 caratteri per 22) a
scapito della memoria libera per il programma.
Il circuito VIC-I (Video Interface Chip, versione I) svolgeva invece sia la
funzione di circuito grafico, sia quella di circuito sonoro. Dal punto di vista
grafico, la risoluzione era di 176 x 184 pixel (22x23 caratteri in modo testo),
forniva da otto a sedici colori, caratteri programmabili, modo multicolore,
possibilità di centraggio del quadro video e una particolare modalità video con
caratteri di dimensione 8 x 16. A differenza del suo successore, non è dotato
della capacità di gestire Sprite.
Gli appassionati si riferiscono spesso a questo chip chiamandolo VIC-I per
distinguerlo dal VIC-II utilizzato nel Commodore 64.
Come sonoro, il VIC offriva quattro canali, tre ad onda quadra ed un quarto per
il rumore bianco. Tra l'altro, come afferma la Guida del Programmatore, era
possibile aggiungere una quinta voce collegando, tramite la porta di espansione,
un altoparlante esterno al VIA, un integrato destinato alla gestione dell'I/O ma
che presentava anche un'uscita audio.
Questo computer aveva un bus seriale (da allora in poi noto in gergo come "porta
seriale Commodore", una versione seriale dello standard parallelo IEEE-488)
utilizzato per i Disk Drive Commodore 1540, 1541, 1581, 1570, 1571 e stampante
Commodore 1525/1526, MPS 801 o simili, una porta di espansione memoria
utilizzata anche per le cartucce GAME, una porta per collegarvi un registratore
di cassette magnetiche, dotato di connettore proprietario (Commodore Datassette
C2N).
Vi erano una porta di I/O (detta user port) contenente l'equivalente di una
porta parallela ed una seriale RS-232 non standard con livelli TTL
(normalizzabili tramite un accessorio specifico, cod. VIC-1011A) ed una porta
per joystick e paddle identica a quelle della console per videogiochi Atari
2600.
La velocità del bus seriale era leggermente più alta che in modelli successivi.
Il drive 1540, concepito come specifico per il VIC 20, era in grado di
trasferire dati solo alla velocità nativa del VIC-20. Molte unità 1540 vennero
tuttavia aggiornate successivamente dai proprietari con la sostituzione della
ROM, che definiva tra le altre cose le costanti di tempo per il trasferimento
dei dati. La programmazione, infatti, era l'unica differenza tra le due unità,
ed il 1541 era in grado di operare ad entrambe le velocità.
Il bus seriale, con l'eccezione del cambio di velocità, rimase invariato nei
successivi modelli a otto bit. La user port rimase del tutto identica sui
Commodore 64/128 e fu ampiamente sfruttata come parallela per trasformare questi
computer in centraline programmabili per automatismi.
Versioni
Commodore VIC 20 / VC 20 / VIC 1001 - Prima serie
I VIC 20 prima serie, oggi i più ricercati dai collezionisti, montavano la
scheda madre ASSY n.1001006 del 1980. Le prime schede avevano qualche problema
di surriscaldamento e verso la metà del 1981 fu introdotta una versione con
dissipatore di calore maggiorato. Queste versioni montavano entrambe la tastiera
derivata dai computer della serie PET e vengono oggi definiti "VIC 20 PET
style". Alla fine dello stesso anno fece la sua comparsa la scheda madre ASSY n.324003
che presentava alcuni affinamenti tecnici, una nuova disposizione di alcuni
componenti e una nuova schermatura contro le emissioni RF per rientrare nelle
nuove specifiche imposte dalla FCC. Entrambe queste schede venivano alimentate a
corrente alternata e si riconoscono dalla presa di alimentazione bipolare. Verso
la fine del 1981, la vecchia tastiera fu rimpiazzata con quella di nuovo design
che fu poi ripresa anche dal Commodore 64. Inizialmente tutti i VIC 20, VC 20 e
VI 1001 adottavano la targa identificativa in alluminio dorato con serigrafia
nera. In seguito per il mercato europeo si utilizzò un logo differente con la
dicitura "VIC" o "VC multicolore per poi arrivare all'ultimo tipo, in alluminio
con scritta in rilievo (come i Commodore 64 seconda serie e i Commodore 16).
Commodore VIC 20 / VC 20 - Seconda serie
Commodore VC 20 seconda serie
Nel 1982 debutta una nuova versione che viene chiamata internamente dalla
Commodore VIC 20 CR, Cost Reduction. Scheda madre ASSY n.250403 completamente
ridisegnata e più compatta. Da 32 chip delle vecchie versioni si passa a 26
chip. Nuovo case "slim" leggermente più arrotondato e compatto (-5mm in
altezza). Sezione di alimentazione a corrente continua, che permetterà di
produrre un unico tipo di alimentatore sia per il VIC 20 che per il Commodore
64. Questo consentì una maggiore standardizzazione della produzione a tutto
vantaggio del contenimento dei costi.
Come si presenta il commodore vic 20 appena aperto
Primo piano della scheda madre
Immagine completa dei principali accessori per il commodore VIC 20: Consolle, alimentatore, manuale italiano, modulatore TV e registratore
Commodore VIC 20 capovolto per evidenziare l'etichetta con il numero di serie
Vic 20 visto di lato
Altro lato del computer con una sola porta joystick, interruttore accensione ed ingresso alimentatore
Retro del VIC 20 con le relative porte di connessione
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