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M11 Wild Duck Cluster(Ammasso aperto dell'anatra selvaggia)

Sono un po' frastornato perché sono molti mesi che non riesco a trovare il tempo necessario per osservare e fotografare le stelle. Oggi però sono qui che scrivo queste righe dalla mia baita (finalmente ho trovato il modo di avere una connessione internet decente!) e mi rilasso perché è troppo bello non avere impegni in vista per qualche giorno. Infatti, ieri ho superato altri due esami di osteopatia e vedere il meteo per notare che proprio in quella nottata finalmente le coincidenze delle cose collimavano ed avrebbe fatto bello era così eccezionale per me che non mi pareva vero!

Così non sono stato lì a pensarci troppo per recuperare Lola (il mio cane) e gettarmi in auto per passare una nottata di astronomia in baita con il mio fidato telescopio... Quale oggetto osservare però? Non nascondo che, pur avendo fatto varie serate divulgative, mettersi ad osservare richiede una mente ben 'oliata' ed io, sotto questo punto di vista, mi sento davvero arrugginito! Poco male, e ho fatto un'analisi su cosa nel profondo cielo non avevo mai fotografato, così ecco emergere M11 tra i Messier che ancora mi mancano. Bello alto e bene in vista... Solo un problema però! Tanta umidità, vista l'enorme mole di acqua caduta in Valle Po negli ultimi mesi, che al primo sole emerge dal terreno una quantità di vapore che pare essere chiusi in una sauna!

Le ottiche del telescopio continuavano ad appannarsi, diventando davvero bianche dall'umidità. Così ho atteso un paio d'ore con la speranza vana che la situazione migliorasse, ma niente e poi iniziava già ad essere molto tardi, contando che ero sveglio dal mattino alle 4.00 per via degli esami osteopatici che ho menzionato sopra, così le mie energie cominciavano a vacillare. Quindi la soluzione è stata tutto sommato semplice, anche se davvero provvisoria. Sono andato in casa per cercare un fon da capelli e quindi ogni tanto via il paraluce dal telescopio per riscaldare le ottiche asciugandole, stratagemma che mi ha permesso di portare a termine l'astrofotografia in progetto e raggiungere un discreto compromesso con la messa a fuoco, che sulla configurazione ottica Smith-Cassegrain non è mai paragonabile a quella possibile su un rifrattore.

Preciso subito che M11 si vede all'oculare del telescopio anche ad occhio nudo, ma alla fotocamera reflex appare in tutt'altro modo già con pose di 10 secondi a 6400 ISO. Pertanto, dopo essermi assicurato di aver centrato l'oggetto, ho montato il sempre straordinario riduttore di focale Alan Gee 2 e via con i primi scatti per trovare la messa a fuoco ideale. Sempre un lavoro davvero noioso che spesso fa perdere moltissimo tempo! Per giunta, c'era il discorso della formazione di umidità sulle ottiche che faceva perdere davvero tanto altro tempo... A giochi fatti, la soddisfazione è arrivata già solo con gli scatti di prova.

Alla fine, per arrivare alla foto che vedete in questa pagina, ho realizzato una quarantina di scatti da 30 secondi a 6400 ISO con telescopio da 30 cm ridotto a 1 metro di focale. L'inseguimento senza autoguida è stato buono. Ho utilizzato per l'elaborazione, alla fine di tutto, 3 scatti per il dark da inserire in Sequator per l'allineamento dei fotogrammi. Quindi un piccolo Crop di Paint Shop Pro 9 per levare via quella poca aberrazione residua dovuta al riduttore di focale ed il gioco è fatto.

Diciamo che con tutta questa elaborazione così spinta che si vede in giro in quest'era di 'astrofili informatizzati', non si capisce più quanto c'è di vero in quello che si vede! Preferisco restare nella vecchia scuola, già un po' digitale ma ancora sana e sgombra da artefatti che offuscano la bravura di chi sta dietro allo strumento. Pare quasi che si dia più peso all'elaborazione fotografica che non al vero lavoro dietro lo strumento... Quando è troppo è troppo, cavoli!

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